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LA NOSTRA STORIA

L’esigenza di un’associazione che riunisse gli esperti scientifici per i beni culturali ANEDbc nasce nel mese di giugno 2016 nei locali del Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma La Sapienza, in seguito ad una riunione tra alcuni laureati della classe di laurea LM11 e 12S. Data l’esclusione, a pochi giorni dalla chiusura del bando, della classe di laurea (LM11 e 12S) dal concorso per l’assunzione di Funzionari Restauratori nell’ultimo concorso pubblico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo-MIBACT (Gazzetta Ufficiale Num. 41 24-05-2016), numerosi laureati si sono resi parte attiva nella creazione di quella che poi sarebbe diventata l’Associazione Nazionale degli Esperti di Diagnostica e di Scienze e Tecnologie Applicate ai Beni Culturali.

Durante la suddetta riunione, organizzata dall’Associazione YOCOCU, intervenne il anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi-ANA, che ha illustrato le potenzialità e le attività che un’associazione di categoria può intraprendere, soprattutto nel momento in cui dei professionisti che lavorano in un certo settore, non sono rappresentati né da un albo né da altri organi.

In quell’ occasione è stato creato un canale di comunicazione tra tutti coloro che volessero far parte di questo nuovo percorso, dapprima tramite canali social e successivamente tramite mailing list.

13 luglio 2016

A seguito di questa riunione, il 13 luglio 2016 numerosi partecipanti all’assemblea di giugno si sono incontrati con il Vice Capo Ufficio Legislativo MIBACT, che ha motivato l’esclusione della classe LM11 e 12S dal concorso pubblico del MIBACT sottolineando l’evidente confusione che si era creta negli anni tra la figura del restauratore e la figura dell’esperto scientifico dei beni culturali.

È stata chiara in quel momento la necessità di riunirsi in un unico ente che potesse interfacciarsi con il Ministero e discutere della formazione e del collocamento della figura professionale dell’esperto di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali, si è dunque iniziata una raccolta fondi (di 15 euro) per avviare tutte le pratiche di registrazione dell’Associazione.

Il 28 febbraio 2017 è stato depositato l’Atto Costitutivo e lo Statuto dell’Associazione alle Agenzie delle Entrate, decretando ufficialmente la nascita dell’Associazione Nazionale degli Esperti di Diagnostica e di Scienze e Tecnologie Applicate ai Beni Culturali.

I soci fondatori di ANEDbc non sono stati i primi ad intraprendere un’azione di tutela per la figura del Conservation Scientist. Negli anni, infatti, la Italian Association of Conservation Scientists (IA-CS) ha svolto una serie di azioni in tal senso.

Sin dal 2005, anno della sua fondazione, la IA-CS ha promosso e attivato iniziative volte a dare sempre maggiore visibilità alla figura e al ruolo del Conservation Scientist e della Scienza Applicata alla Conservazione dei Beni Culturali.

Durante il corso degli anni la IA-CS è stata impegnata direttamente in numerosi tavoli tecnici presso i Ministeri e le commissioni di Camera e Senato e ha inoltre contribuito in maniera sostanziale alla discussione nazionale in merito alla definizione professionale del Conservation Scientist e del suo relativo codice deontologico.

È stata inoltre una delle associazioni che ha promosso e supportato la legge sulle professioni non ordinistiche (L.4/2013) che permette a figure professionali che non afferiscono a nessun ordine o collegio professionale di riunirsi in associazioni nazionali riconosciute per la tutela deontologica. Tra i principali scopi che l’Associazione persegue, oltre alla salvaguardia della professionalità e alla difesa dei diritti dei propri iscritti, si propone di divulgare ed educare alla comprensione delle metodiche e delle tecniche della Scienza Applicata ai Beni Culturali attraverso percorsi di formazione continua post-laurea.

Visti gli scopi e le finalità di IA-CS e ANEDbc, i consigli direttivi delle due associazioni hanno stipulato un contratto di fusione con lo scopo di unire le forze e sfruttare l’esperienza e il lavoro già svolto dai colleghi negli ultimi anni e far sì che non vada sprecato.

 

Per visualizzare l’accordo di fusione tra ANEDbc e IA-CS, clicca qui: Accordo_fusione_ANEDbc_IACS

  • Promuovere, valorizzare e tutelare in ogni sede la figura professionale dell’esperto e la sua dignità lavorativa.
  • Tutelare l’immagine e gli interessi della categoria professionale degli esperti di diagnostica all’interno della società, rappresentandola come interlocutore nei confronti di qualsiasi soggetto istituzionale, pubblico e privato.
  • Agire come organo consultivo in tutte le questioni di interesse per la categoria, legate alla diagnostica, alla scienza e alla tecnologia applicata ai beni culturali, anche in situazioni di emergenza e a qualsiasi settore di attività, terrestre e subacquea.
  • Farsi promotore, garante e giudice dell’etica e della deontologia professionale, delle procedure e degli standard scientifici degli esperti di diagnostica, in particolare degli esperti di diagnostica associati, in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di deontologia professionale e in particolare dalla Legge 4 del 14 gennaio 2013.
  • Promuovere e contribuire alla formazione scientifica e professionale degli esperti di diagnostica e promuovere la qualità nella formazione, nell’esercizio e nell’aggiornamento professionale degli esperti di diagnostica.
  • Promuovere la tutela, la conoscenza, la corretta gestione, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali e del patrimonio italiano ed europeo, contribuendo alla definizione e all’affermazione di buone pratiche (good practices) di ricerca, tutela, valorizzazione, fruizione e gestione dei beni e del patrimonio culturale, nonché ad un processo di elaborazione partecipativa e di affermazione di modelli e standard operativi.
  • Promuovere lo sviluppo della ricerca applicata alla conservazione dei beni culturali in Italia e in Europa, e la ricerca sviluppata in Italia all’estero, riconoscendo a qualsiasi attività diagnostica la dignità di attività di ricerca, ed impegnandosi nella creazione di nuovi filoni di ricerca e di nuovi settori.
  • Promuovere l’incontro ed il dialogo tra gli esperti di diagnostica, in Italia e all’estero, e fra questi e tutti gli altri soggetti a vario titolo operanti nel settore della conservazione dei beni culturali e del patrimonio
  • Promuovere l’avvicinamento del pubblico al settore della diagnostica e la comprensione dell’apporto culturale della professione di esperto di diagnostica. stimolando negli esperti di diagnostica la capacità di comunicare il contenuto della propria professione all’opinione pubblica, per renderla consapevole dell’importanza e del ruolo culturale e sociale degli esperti di diagnostica.
  • Favorire il superamento di ogni forma di disagio e discriminazione sociale, politica, etnica, religiosa, di sesso ed età degli esperti di diagnostica all’interno del mondo del lavoro pubblico e privato, sostenendo il diritto di libero accesso allo stesso in base ai principi di trasparenza e pari opportunità, valorizzando le competenze e risorse umane del settore.
  • Promuovere il dialogo e la cooperazione di tutte le sigle, associazioni ed organizzazioni presenti in Italia e all’estero i cui scopi e il cui operato sia in sintonia con gli scopi sociali dell’Associazione, ivi comprese le associazioni di volontariato.
  • Promuovere la discussione scientifica e l’elaborazione democratica e partecipativa degli obiettivi, dei metodi e delle strategie di ricerca e conservazione dei beni.
  • Promuovere l’aggiornamento costante e la formazione permanente in tutti i settori.riconducibili all’esperto di diagnostica in rapporto alle innovazioni metodologiche, scientifiche, tecnologiche e media.
  • Promuovere la collaborazione, la condivisione dei dati garantendone il libero.
  • Promuovere la funzione culturale e didattica, sociale e civica della diagnostica applicata ai beni culturali, come strumento di recupero e di conservazione della memoria collettiva, delle identità e diversità culturali, dei rapporti sociali, interculturali e intergenerazionali e mezzo di ricostruzione del legame tra le comunità ed il proprio territorio, impegnandosi per costruire un interscambio sociale, partecipato, inclusivo e condiviso.